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Servirebbe subito uno sciopero generale contro la guerra
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Servirebbe subito uno sciopero generale contro la guerra.

Per far cessare la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, dove troppe persone sono gia’ morte.

Per far cessare la partecipazione italiana alla guerra in Libia, dove troppe persone sono gia’ morte.

Per far cessare la persecuzione razzista italiana ed europea contro i migranti, persecuzione a causa della quale troppe persone sono gia’ morte e troppe persone sono state ridotte in schiavitu’.

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Servirebbe subito uno sciopero generale affinche’ l’Italia torni al rispetto della legge posta a fondamento del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, che all’articolo 10 riconosce il diritto di asilo – e quindi il dovere di accoglienza e di assistenza – per chi e’ in fuga da paesi in cui i suoi diritti umani non sono riconosciuti e protetti.

Servirebbe subito uno sciopero generale affinche’ l’Italia torni al rispetto della legge posta a fondamento del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, che all’articolo 11 “ripudia la guerra” e quindi esplicitamente ed inequivocabilmente proibisce la partecipazione italiana alle guerre in corso in Afghanistan e in Libia.

Servirebbe subito uno sciopero generale affinche’ l’Italia torni al rispetto della legge posta a fondamento del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, che agli articoli 2 e 3 riconosce i diritti umani di tutti gli esseri umani e proibisce il razzismo.

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Servirebbe subito uno sciopero generale affinche’ l’Italia cessi di partecipare alle guerre terroriste, razziste e stragiste; affinche’ l’Italia cessi di commettere e provocare omicidi; affinche’ l’Italia torni a rispettare la vita umana.

Uno sciopero generale per la legalita’ e la misericordia, per la civilta’ e l’umanita’, per salvare il nostro paese dalla barbarie, per salvare tante vite innocenti che una politica criminale e insensata sta assassinando.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.

Peppe Sini

responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 4 giugno 2011

Mittente: “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo

strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo

e-mail: nbawac@tin.it

web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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Notizia

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo, gia’ consigliere comunale e provinciale, e’ stato dagli anni ’70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitu’ energetiche e militari nell’Alto Lazio; nel 1979 ha fondato il “Comitato democratico contro l’emarginazione” che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta’; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l’opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l’Italia la campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l’esperienza delle “mongolfiere della pace” con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e’ stato l’animatore dell’iniziativa che – dopo la tragedia di Genova – ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell’ordine alla nonviolenza; e’ stato dagli anni ’80 il principale animatore dell’attivita’ di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell’Alto Lazio – e negli anni ’90 ha presieduto la Commissione d’inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; dal 2000 e’ direttore del notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l’ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani.

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