Venerdi’ 8 aprile a Viterbo, promossa dal “Centro di ricerca per la pace”, si e’ svolta una iniziativa “Contro la guerra e il razzismo, con la forza della nonviolenza”.
Nel corso dell’incontro e’ stato diffuso materiale informativo, di riflessione e di sensibilizzazione.
Il responsabile della struttura pacifista viterbese, Peppe Sini, ha argomentato – facendo riferimento a molteplici esperienze storiche – la possibilita’ e quindi il dovere di contrastare il crimine bellico e la persecuzione razzista, dispiegando la forza della nonviolenza in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Citando Heinrich Boell e’ stato ricordato che “ogni vittima ha il volto di Abele”.
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Il “Centro di ricerca per la pace” ha nuovamente proposto di esporre dalle finestre e dai balconi le bandiere della pace e della nonviolenza per rendere visibile l’opposizione popolare alle stragi di cui ogni guerra consiste; di aderire al digiuno collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare, iniziativa promossa dal Movimento Nonviolento ed alla quale hanno gia’ aderito numerose persone da tutta Italia; di chiedere coralmente agli enti locali di approvare deliberazioni contro la guerra e il razzismo, in difesa della legalita’ costituzionale e del diritto alla vita di tutti gli esseri umani; di avviare iniziative di formazione alla nonviolenza in vista della realizzazione di azioni dirette nonviolente che concretamente contrastino la macchina bellica omicida.
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Occorre uscire dalla passivita’, che e’ gia’ complicita’ con le stragi. Per questo il responsabile della struttura pacifista viterbese ha riproposto un “programma costruttivo minimo ed essenziale” alle persone, le associazioni e le istituzioni fedeli all’umanita’, impegnate quindi contro le uccisioni, contro la guerra e contro il razzismo:
– far cessare la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Libia;
– far cessare la persecuzione razzista dei migranti;
– promuovere ed organizzare l’accoglienza e l’assistenza di tutti i profughi e i migranti;
– promuovere ed organizzare l’invio di Corpi civili di pace nelle aree di crisi per realizzare un’interposizione nonviolenta tra le parti in conflitto;
– promuovere ed organizzare l’invio di aiuti umanitari alle popolazioni nel bisogno, da gestire direttamente con le comunita’ locali in forme democratiche e condivise (altrimenti anche gli aiuti umanitari divengono strumenti di guerra);
– promuovere ed organizzare il sostegno ai movimenti nonviolenti e alle associazioni di difesa dei diritti umani nelle aree di crisi e di conflitto, sostenendo in particolare i movimenti e le associazioni di donne o guidati da donne;
– promuovere ed organizzare iniziative per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, e per il disarmo e contro il militarismo tout court;
– promuovere la nonviolenza ed organizzare la formazione alla nonviolenza;
– preparare e realizzare azioni dirette nonviolente con cui effettualmente contrastare le macchine della morte.
Nota per la stampa a cura del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
Viterbo, 8 aprile 2011
Mittente: “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/