La sera di venerdi’ 10 giugno 2011, immediatamente prima dello scoccare della mezzanotte, nel quartiere medioevale di San Pellegrino a Viterbo si e’ conclusa la campagna di informazione referendaria per i quattro si’ in difesa di ambiente, diritti e democrazia.
L’incontro, promosso dal movimento “Radioattivi” e dal centro sociale occupato autogestito “Valle Faul”, ha avuto come momento centrale la testimonianza di Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo e memoria storica delle lotte antinucleari degli anni ’70 e ’80.
Nel suo discorso Peppe Sini ha esordito ricordando le lotte condotte dai movimenti ambientalisti, della solidarieta’ e per la giustizia globale con la scelta dell’approccio rigorosamente nonviolento, l’unico adeguato alle sfide che l’umanita’ ha di fronte nell’epoca attuale. Ha rievocato alcune figure significative e tra gli altri un simbolo della Viterbo popolare, Alfio Pannega, con cui tanti dei presenti hanno condiviso non solo lotte sociali ma anche una vita di impegno ecoequosolidale e di generosa e accudente responsabilita’ per il bene comune.
“Quale che sia il risultato dei referendum – ha detto il responsabile della struttura pacifista viterbese – qui non si arrende nessuno: noi continueremo nel nostro impegno in difesa della biosfera casa comune dell’umanita’ intera, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future, compresi coloro che non hanno voce ed anche per i quali noi dovremo votare il 12-13 giugno quattro volte si’ per fermare la criminale follia nucleare, per impedire la sostanzialmente genocida mercificazione e privatizzazione dell’acqua e dell’accesso ad essa, per riaffermare che la legge e’ uguale per tutti”.
Entrando nel merito dei singoli referendum Peppe Sini ha articolato un’analisi dettagliata delle questioni cruciali.
“Votiamo si’ al referendum per fermare il nucleare in primo luogo perche’ sappiamo che non esiste il nucleare sicuro ma sempre questa tecnologia implica rilasci radioattivi che provocano malattie e morte; in secondo luogo perche’ sappiamo che vi e’ un nesso ineliminabile tra nucleare militare e nucleare civile, tra Hiroshima, Chernobyl e Fukushima: il nucleare e’ di per se’ totalitario, belligeno e onnicida; in terzo luogo perche’ sappiamo che e’ indispensabile dismettere l’uso delle fonti e delle tecnologie inquinanti e passare subito alle fonti energetiche rinnovabili ed alle tecnologie pulite e sostenibili. Sono cose che sappiamo da molti anni, perche’ noi siamo di quelli che per dieci anni resistettero a contrastare la costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro: eravamo a Pian dei Cangani in quella festa della primavera del ’77 che fu la prima grande mobilitazione di massa antinucleare in Italia, ed eravamo ancora li’ a bloccare i cancelli quando, vinto il referendum dell’87, Enel e governo pretendevano ancora di violare la legge e la sovranita’ popolare continuando proditoriamente a costruire la centrale atomica”.
“Votiamo si’ ai due referendum sull’acqua – ha poi aggiunto – per impedire la mercificazione dell’acqua e per impedire la privatizzazione dell’accesso ad essa. Lo sappiamo bene cosa significhi mercificare e privatizzare l’acqua. Poiche’ l’acqua, come l’aria, e’ indispensabile all’organismo umano, se si accettasse la logica che essa sia una merce in mano a privati che la mettono in vendita per ricavarne un profitto, cio’ implicherebbe condannare a morire di sete i poveri che non potranno pagare, ovvero la commissione di un mostruoso crimine contro l’umanita’. E noi siamo di quelli che da anni si battono nel nostro territorio per il diritto di tutti all’acqua potabile, e da anni affermiamo il diritto di tutti gli esseri umani a una vita degna, il diritto di tutti gli esseri umani, comprese le future generazioni, alla preservazione della biosfera e ad accedere alle risorse indispensabili per la vita”.
E ancora: “Votiamo si’ al referendum sul cosiddetto ‘legittimo impedimento’ per riaffermare quell’idea elementare e fondativa della democrazia e dello stato di diritto, della civilta’ giuridica cosi’ come e’ affermata nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nelle principali Carte del costituzionalismo moderno: tutte le persone sono eguali dinanzi alla legge; ovvero: la legge e’ uguale per tutti. A nessun potente sia consentito di compiere atti criminali e sottrarsi ai controlli di legalita’”.
Inoltre, ha proseguito, “noi votiamo si’ a tutti e quattro i referendum non solo per gli specifici argomenti relativi a ciascuno di essi, ma anche per un ulteriore motivo che tutti li concerne, ed il motivo e’ questo: vi e’ evidentissimo in Italia un tentativo di eversione dall’alto che intende violare la Costituzione, aggredire la democrazia, corrompere e disfare la Repubblica come bene comune. A questa scellerata infamia noi ci opponiamo. Noi ci opponiamo alla guerra. Noi ci opponiamo al razzismo. Noi ci opponiamo al regime maschilista e patriarcale che fornisce l’ideologia di sostegno al femminicidio. Noi ci opponiamo alla devastazione e alla distruzione della biosfera, casa comune dell’umanita’ intera. Noi ci opponiamo ai poteri criminali, alla loro violenza e alla loro pretesa di impunita’”.
Poi il responsabile del “Centro di ricerca per la pace” ha aggiunto un ultimo e decisivo argomento: “Perdere i referendum, ovvero non raggiungere il quorum (dato dalla partecipazione al voto della meta’ piu’ uno degli elettori), avrebbe conseguenze disastrose, poiche’ la sconfitta non lascerebbe affatto la situazione com’e’, ma rafforzerebbe enormemente – e nel breve periodo finanche pressoche’ irreversibilmente a livello legislativo – le scellerate decisioni governative tradotte nelle norme di legge che i referendum propongono di abrogare. Non raggiungere il quorum nel referendum per fermare il nucleare avra’ come risultato un fortissimo sostegno alla criminale follia nucleare; non raggiungere il quorum nei due referendum in difesa dell’acqua e del diritto umano all’accesso all’acqua avra’ come risultato un fortissimo sostegno alla mercificazione dell’acqua e alla privatizzazione dell’accesso ad essa; non raggiungere il quorum nel referendum sul principio dell’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge avra’ come risultato un fortissimo sostegno all’eversione dall’alto cesarista e neofeudale. E’ questa una decisiva ragione perche’ tutte le persone di retto sentire e di volonta’ buona sollecite del pubblico bene si impegnino affinche’ i referendum siano validi, ovvero ottengano la partecipazione almeno della meta’ piu’ uno degli elettori”.
Concludendo la sua perorazione la storica figura dei movimenti ecopacifisti dell’Alto Lazio ha invitato ad un ultimo sforzo per far sapere a tanti che ancora ne sono ignari che chi non vota con cio’ stesso esprime un sostegno cruciale a leggi pessime ed a scellerate scelte politiche incompatibili con l’ambiente e con i diritti dell’umanita’; ed ha nuovamente espresso la persuasione – testimoniata lungo decenni – che nell’impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani e nella difesa della biosfera, per quanto subdola e volenta possa essere l’aggressione dei criminali poteri distruttori della natura e di tante vite umane, “qui non si arrende nessuno. La nonviolenza e’ piu’ forte”.
Resoconto per la stampa a cura del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
Viterbo, 11 giugno 2011
Mittente: “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
e-mail: nbawac@tin.it
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Notizia
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace” di Viterbo, gia’ consigliere comunale e provinciale, e’ stato dagli anni ’70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitu’ energetiche e militari nell’Alto Lazio; nel 1979 ha fondato il “Comitato democratico contro l’emarginazione” che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta’; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l’opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l’Italia la campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l’esperienza delle “mongolfiere della pace” con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e’ stato l’animatore dell’iniziativa che – dopo la tragedia di Genova – ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell’ordine alla nonviolenza; e’ stato dagli anni ’80 il principale animatore dell’attivita’ di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell’Alto Lazio – e negli anni ’90 ha presieduto la Commissione d’inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; dal 2000 e’ direttore del notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l’ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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